9 febbraio 2014

IL BLOG COMPIE DUE ANNI

Era il 9 Febbraio del 2012 quando ho messo il primo post su Val d'Asticando, sinceramente mi sembra sia passata un'eternità. 
E' stata sicuramente una delle più significative esperienze della mia vita, devo dire inoltre che il blog ha contribuito a cambiare e migliorare il mio carattere che prima era piuttosto timido e riservato.
Di tutto questo devo ringraziare tutti quegli amici che mi hanno dato una mano in questi due anni e che hanno fatto di me una persona, spero, migliore. 

Nonostante tutto penso sia giusto chiudere perchè la passione iniziale si è a poco a poco affievolita.

Un abbraccio a tutti e Buon Cammino
Gino

http://www.ginosartori.it/
  
"Vi invito a cliccare sul link sotto e dare un'occhiata alla nuova vetrina degli scrittori, per ora siamo in pochi ma con il tempo aumenteremo" 
http://www.ginosartori.it/


ps. se non dovessi visualizzare la nuova vetrina degli scrittori clicca qui

8 febbraio 2014

SCHEDE ENOLOGICHE DI Shigeru Hayashi: Brunello di Montalcino 2007 - Mastrojanni

Tipologia Rosso

Uve 100% brunello (sangiovese)

Vinificazione e affinamento botti di rovere di Allier di varie dimensioni (15, 33 e 54 hl) per 3 anni, ulteriore affinamento in bottiglia di 6/8 mesi.

Zona di produzione Toscana


Alla vista è rosso rubino intenso con riflessi granata. Al naso esprime viola, tabacco, caffè, cacao, cuoio e liquirizia. In bocca ha un attacco severo, quasi nervoso, poi si scioglie in una scorribanda di avvolgenza, morbidezza ed eleganza.


Vorrei sempre berlo con carni rosse alla griglia, ma anche provarlo con Kobe-Beef alla piastra con salsa di senape giapponese. E che dire di un Grana Padanostagionato oltre 48 mesi.

Gusto questo vino e penso ad un uomo di mezza età con gli occhi penetranti, gentile ma anche rigoroso, di spiccata personalità, elegante, sicuro di sé. Questa è l'immagine che mi suggerisce Il Brunello di Mastrojanni! Il 2007 è già buonissimo adesso, figuriamoci tra dieci- vent'anni  



Shigeru Hayashi

7 febbraio 2014

Gli occhi della Grande Guerra: i Forti


Ciao a tutti,
oggi visiteremo l’ultimo forte previsto nel nostro itinerario, si tratta di Forte Verena.
Il forte Verena è stata una fortezza italiana costruita tra il 1910 ed il 1914 a difesa del confine italiano con l’impero Austro-Ungarico (lungo la linea di confine che attualmente si può collocare tra la provincia di Vicenza e il Trentino) a 2.019 metri di altitudine sulla sommità dell’omonimo monte. Il forte si trova nel territorio comunale di Roana, e si affaccia con pareti a picco sulla sottostante val d’Assa. Alle ore 4 del 24 maggio 1915 dal Forte Verena partì il primo colpo di cannone da parte italiana della Grande Guerra che sancì l’entrata del Regno d’Italia nel primo conflitto mondiale. Il 22 maggio 1916, durante la Strafexpedition, il forte fu occupato dalle truppe austro-ungariche in mano alle quali rimase per il resto della guerra. L'opera faceva parte dello Sbarramento Agno-Assa, III settore - Asiago; la costruzione in sé dava l'idea di un forte robusto e ben difeso, ma in realtà fu costruito in tempi molto brevi e con materiali scadenti (basti pensare che fu utilizzato il ferro di carriole e posateria come metallo per armare il cemento del forte, con conseguenti risultati negativi sulla robustezza). Dopo aver decretato l'entrata in guerra del Regio Esercito italiano, nelle prime due settimane di guerra il Verena, coadiuvato da una batteria di mortai da 280 mm piazzati sulla vicina Cima Civello, bombardò indisturbato le fortezze austroungariche Forte Verle, Forte Campo Luserna e Forte Vezzena, provocando gravi danni. Per eliminare questo pericoloso antagonista - soprannominato il "Dominatore dell'Altopiano" - gli austro-ungarici prepararono mortai Skoda 30,5 cm Vz. 1911 da 305 mm. Il 12 giugno 1915, neanche 20 giorni dopo l'inizio del conflitto, un colpo perforò la corazza ed esplose all'interno della polveriera uccidendo il comandante Umberto Trucchetti, due sottotenenti e 43 uomini. Nei giorni successivi furono distrutte due cupole, bloccata una terza, centrate e devastate le casematte, le caserme e l’infermeria. Si decise, quindi, di porre allo scoperto i cannoni, e di utilizzare il forte solamente come osservatorio. Nel primo dopoguerra era opinione dei comandi militari italiani che la perforazione della cupola corazzata fosse dovuta ad una crepa nel rivestimento.
In realtà, il forte era stato progettato e realizzato tenendo in considerazione il precedente armamento dei forti Verle e Luserna, costituiti da obici da 100 mm, che non potevano raggiungere efficacemente il forte. Tutto il dimensionamento delle difese era stato quindi calcolato su questo armamento, rivelandosi di conseguenza inadeguato ai nuovi mortai da 305 mm. Il 22 maggio 1916, durante la Strafexpedition, il forte fu occupato dalle truppe austro-ungariche in mano alle quali rimase per il resto della guerra. L'armamento era composta da quattro cannoni Armstrong in acciaio da 149 mm in cupole corazzate girevoli di 160 mm di spessore (installazione tipo Armstrong) e, per la difesa ravvicinata, da quattro mitragliere in casematte e due batterie di cannoni da 75 mm situate poco lontano. Lo spessore delle cupole era poco più della metà di quelle nemiche: esse erano quindi inadatte a reggere ai colpi dell'artiglieria di grosso calibro. La notevole altitudine a cui era situato il forte e gli spazi aperti di fronte ad esso, se da un lato offrivano un grosso vantaggio per la visuale di tiro, dall'altro rendevano i colpi dell'artiglieria fortemente soggetti alle forti raffiche di vento che ne riducevano la precisione.
La fortezza presentava all'epoca dei muri spessi che potevano far pensare ad una sua intrinseca stabilità. Il materiale usato per costruirli non era però calcestruzzo armato con putrelle di ferro (come allora venivano costruiti i forti austro-ungarici degli altopiani), ma un conglomerato cementizio di scarsa qualità, addizionato di pietrame ed altri materiali di scarso valore meccanico. Questo materiale rendeva le spesse mura prive di resistenza meccanica, ma dava loro lo spessore richiesto dalle vigenti normative. Fu quindi un forte costruito in economia.
Con queste notizie tratte dalla fonte Wikipedia vi saluto e vi ringrazio per avermi seguito alla scoperta degli – occhi della grande guerra -. 
Un saluto a tutti !! Vai a: navigazione, ricerca
Romina

6 febbraio 2014

Giorgio Dalvit

  Ringrazio di cuore Giorgio per avermi permesso di utilizzare le sue foto, nel caso vogliate vederle con migliori risoluzioni vi lascio i suoi contatti: 
ATTIMI FUGGEVOLI


GELIDE ACQUE

MINIMAL WINTER

RESIA
  www.gio8710.it/
500px.com/gio8710
www.facebook.com/Gio8710Photo?ref=hl
www.facebook.com/gio8710?ref=tn_tnmn