3 febbraio 2013

Una fiaba ...



I bucaneve di Mirasanta



Mirasanta è un piccolo borgo di montagna ai margini del quale nacquero, una volta, due bucaneve. Il più grande si chiamava Stefano, perché venuto alla luce proprio il 26 dicembre, giorno in cui si festeggia il Santo che porta quel nome. Il secondo si chiamava Silvestro, perché sbucò dalla neve dopo appena cinque giorni, precisamente il 31 dicembre, ultimo dì dell’anno.
Essendo nati a poco tempo di distanza, Stefano e Silvestro crebbero uniti come fratelli e si fecero compagnia per molto tempo. Erano proprio belli e svettavano verso il cielo con l’eleganza degna del Signore delle Nevi! Chi era costui? Direte anche voi! Ebbene, pare si trattasse di un uomo imponente e austero - stando a chi raccontava di averlo visto - ma anche buono e generoso, secondo chi affermava di essere stato da lui aiutato nei momenti difficili. Col tempo, però, di questa presenza misteriosa si erano perse le tracce e il suo ricordo appariva ora sbiadito ai più.   

Dal vicino lago ghiacciato, un giorno arrivarono in quei pressi due giovani pattinatrici, Margherita e Fiordalisa, amabili ragazze certamente meritevoli del nome che portavano, perché di aspetto gentile e grazioso come i due fiori. Accortesi dei candidi bucaneve, si fermarono ad ammirarli, incantate dal loro splendore.

- Che belli! - esclamò Margherita. - Vorrei tanto raccoglierli e portarli con me, ma in questo luogo sono sbucati e qui devono restare, perché sul manto di neve risalta ancor più la loro bellezza.

- Hai ragione, - convenne Fiordalisa. - Domani, dopo la nostra pattinata e prima che il sole tramonti, saremo noi a tornare in questo posto per goderci la vista dei fiori.

Stefano, il bucaneve più grande, confidò all'amico:

- Sai, Silvestro, vorrei tanto anch'io poter pattinare come loro.

- Già, purtroppo a noi fiori questo non è consentito, ma io mi accontento che le due graziose ragazze tornino presto a trovarciE nel dire ciò, i petali di Silvestro, che aveva svelato al compagno il tenero sentimento appena sbocciato, si colorarono timidamente di rosa.

Margherita e Fiordalisa se n’erano andate da poco quando, dallo stesso lago ghiacciato, giunsero in quei paraggi altre due pattinatrici, aitanti nel fisico quanto deboli nello spirito, perché capricciose e incapaci di rinunciare a qualsiasi cosa. La più giovane disse:
- Questo fiore lo voglio nella mia bella cameretta, - e non esitò a strappare brutalmente il povero Silvestro dalla terra innevata.

- A me non interessa tenere in casa un banale bucaneve, - commentò l’amica in modo sprezzante.
       
Ora, provate a immaginare la disperazione che colse Stefano e Silvestro, mai separati fino a quel momento … Stefano non poteva accettare l’idea che il suo povero amico sarebbe finito appassito in un misero vasetto d’acqua. Quanto al più giovane Silvestro, forse ignaro del destino che lo attendeva, cominciò a piangere di nascosto vedendosi allontanare dall’amico del cuore.

Addolorato, Stefano ricordò il desiderio espresso poco prima:

Potessi avere due pattini veloci come quelli di Margherita e Fiordalisa! Ma, poi, se anche li possedessi, come potrei servirmene posandomi, io, solo su un fragile stelo?”.

In quel momento da un luogo misterioso si alzò un vento che portava con sé migliaia di stelline di neve, le quali, avvicinandosi a Stefano, diventavano sempre più grandi. Il bucaneve, avvolto dall’inaspettata nevicata di astri miracolosi, si tramutò per incanto in un giovane robusto, con due gambe già allenate a correre velocemente grazie ai magici pattini che indossava ai piedi.

Com’è possibile?” si chiese confuso. Ma non perse tempo a cercare spiegazioni e corse alla svelta a salvare l’amico bucaneve.

      Mentre scivolava sul ghiaccio alla velocità di un baleno, incrociò Margherita e Fiordalisa, le due abili pattinatrici dal cuore tanto gentile.

- Dove vai così di fretta? - chiesero al bel giovanotto mai visto prima.

- A salvare il mio migliore amico che sta per appassire in un vasetto d‘acqua!

- Che cosa?!? Forse intendevi dire che si sta “perdendo in un bicchiere d’acqua”!

- No, ho detto bene, ma ora non ho tempo di spiegarvi, - rispose Stefano senza fermarsi.

Le due amiche pensarono che il ragazzo fosse matto e, convinte di doverlo riportare in senno, lo inseguirono di corsa.


Giunsero insieme alla casa di colei che aveva strappato il povero Silvestro e trovarono il bucaneve abbandonato e assetato sul davanzale della finestra. Le ragazze s’intenerirono nel vedere l’affetto che legava Stefano al fiore, e ora non parve più tanto assurdo che egli si desse pena per un bucaneve! Fiordalisa sciolse un po’ di ghiaccio nel palmo della mano e versò delicatamente l’acqua tra i petali e lungo lo stelo del fiore posato a terra.            
In quel preciso istante Silvestro riconobbe le due giovani amiche che aveva desiderato rivedere presto. Grazie a quel desiderio di amicizia arrivò una seconda nevicata di stelline magiche che avvolsero il bucaneve, trasformandolo, con un miracolo simile al precedente, in un pattinatore capace di scivolare come il vento!

Confusi ma raggianti, Stefano e Silvestro poterono finalmente abbracciarsi e, insieme a Margherita e Fiordalisa, pattinarono sulle piste ghiacciate in direzione del lago. Non appena furono partiti, una terza nevicata di stelle toccò i loro pattini e sollevò in aria i quattro giovani, che ora volteggiavano nel cielo stupefatti e divertiti. 

Potendo osservare il panorama dall’alto, gli amici riconobbero nella forma del lago che si stagliava sul ghiaccio la figura del Signore delle Nevi, e allora capirono che questo uomo prodigioso e santo non se n’era mai andato dalla montagna, ed era pronto ad aiutare chiunque avesse espresso nobili desideri.

E le due superbe ragazze che avevano violato la natura?

Vedendo passare i quattro amici felici che si tenevano per mano, provarono un sentimento d’invidia. Avrebbero voluto incontrare due giovani altrettanto belli, ma il loro desiderio non si sarebbe mai realizzato: non potevano immaginare che quei ragazzi fossero i due candidi bucaneve che non avevano saputo amare.
 









   

Fine



7 commenti:

  1. Tenera e romantica questa favola che secondo me fa bene anche al cuore degli adulti.Floriana

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  2. Come mi piacciono le fiabe .. grazie Paola !!

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  3. Che brava Paola. Se un fiore d'inverno!!

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  4. Cara Paola, sai vero che c'è una tua piccola-grande fan che freme per la lettura serale?
    Domani ti scriverò i commenti, ma intanto ti mando un bacio!

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  5. Ciao Paola,
    come al solito quando ho un po' di tempo amo leggerre le tue incantevoli fiabe.
    La tua serenità, l'immaginazione, la poesia, la tenerezza, la dolcezza e il tuo grande cuore le trasmetti tutte in questi tuoi bellissimi racconti

    grazie

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  6. A 50 anni ho iniziato a leggere favole... e mi piacciono.
    Forse stò tornando bambino!
    Brava Paola

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  7. Grazie di cuore a tutti per le belle parole

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