9 settembre 2012

Momenti di Natura di Giuseppe Gnata

Il francolino di bosco



G.GNATA
Un mattino di inizio primavera, camminavo con passo lento in quel bosco da me tanto amato e rispettato. Là, in quel luogo misterioso, vaga tra abeti e faggi la mia casa spirituale, librandosi di radura in radura per posarsi in remoti angoli a vivere momenti di natura.
G.GNATA
Soffiava una leggera brezza che odorava di muschio, la cui fragranza mi inebriava l'animo. Ad un tratto, vicino ad una piccola ceppaia, degli insoliti escrementiattirarono la mia attenzione: sembravano di cedrone, ma erano un pò più piccoli. Li presi in mano, erano freschi e allora pensai: a maggio in questa zona, non ho mai trovato le tracce di sua Maestà. Mi guardai attorno e per terra, nella lettiera di foglie, notai delle evidenti grattate che mettevano a nudo delle piccole radici. Non c'era dubbio, li, un tetraonide aveva sicuramente razzolato. Tanta era l'emozione che sguardo e orecchi si fecero più acuti. Mi sembrva tutto immobile, ma avevo la netta sensazione che degli occhi mi stessero osservando. Dopo una lunga pausa, durante il quale il tempo non era scandito dall'orologio, cominciai a muovermi, il terreno era disseminato di muschio e mirtilli... e la solita vocina mi suggeriva di avvicinarmi al luogo più folto del bosco. Ai piedi di un grosso abete una nidiata di piccoli alberelli creava un sicuro rifugio per alcuni abitatori del bosco. Trattenni il respiro! I passi erano lentissimi, ma anche questa volta pestai il solito amo secco che si tradusse in un sonoro crac!. Immediatamente sentii un concitato rumore di passi... e poi un frullio. Era un francolino di monte, spaventato dalla mia goffa sagoma che andava a disturbare la sua normale quotidianità; pensò bene quindi di volare verso un alto ramo al sicuro da me.
Questo tetraonide, il francolino, ha le dimensioni di un grosso colombo, ed è sicuramente il primo cugino del gallo cedrone. Vive nel medesimo habitat e si comporta quasi allo stesso modo, tuttavia è diventato molto più raro di "sua maestà".
Notai dalle numerose razzolate che da molti giorniquel piccolo pianoroera la sua zona di pascolo. Mi balenò un'idea... piazzarmi con un capannodi tela nei pressi della radura. Controllai la direzione della lucein quelle ore e, speranzoso, conclusi il mio giro ritornando a casa.
Il giorno dopo era domenica, in teoria giorno dedicato alla famiglia, ma spigai a mia moglie che non potevo perdere quell'occasione. Cosi il mattino seguente, misi in concreto la mia idea e quando il sole rischiarò la foresta, io ero già dentro il capanno di tela appena installato. A dire la verità, ero un pò scettico, poichè non mi trovavo in un'arena di canto e nemmeno vicino ad un nido; la mia era solo un'intuizione, soretta da tanta speranza. Pensavo che se quel selvatico aveva già frequentato la zona da diversi giorni, con buona probabilità sarebbe ritornato e poco mi costava provare anche questa esperienza.   
A metà mattina sentii un frullio, seguito da un canto: prolungato e aspirato e aspirato...capii che avevo la fortuna dalla mia parte: l'amico era arrivato. Infatti dopo mezz'ora dal primo canto, vidi muoversi l'erba davanti a me. Un altro canto, e da quanto era vicino mi si raggelò il sangue nelle vene. Il canto annunciò l'arrivo dell'amico tanto schivo quanto raro ai nostri giorni. Era uno splendido esemplare di francolino maschio che girava  pascolando tranquillo lungo tutto il pianoro, e in molte occasioni si offri di posare  da modello davanti al mio obbiettivo. Ero emozionatissimo. Il suo canto indicava la presenza della femmina: sicuramente stava li da qualche parte a covare il suo nido.
G.GNATA
Scattai alcune foto e rapidamente giunse il pomeriggio. Dopo più di un'ora che non sentivo e non vedevo più niente, uscii dal capanno e in silenzio lo ripiegai. Mi allontanai con passo felpato, senza più disturbare. L'appostamento era stato ragionato, e al primo tentativo si aggiunse pure il fattore c..o! Ero riuscito in un'impresa tanto sognata.
Ascoltai il sussurro dell'ormai vecchio istinto, fedele compagno di avventure: Accontentati diceva, e non disturbare. Decisi di seguire il suggerimento e lasciai l'amico con la sua compagna a completare la loro missione: Generare altra vita. ...Con il francolino ho avuto molti fuggevoli incontri... dall'auto mentre attraversava la strada o durante le mie passeggiate, incrociando il suo passo e spingendolo ad involarsi.
Qualche anno fa, mentre ero nel capanno d'osservazione al cedrone, con il binocolo vidi, a non più di cinquanta metri, la scena più bella che ho vissuto in compagnia dell'amico francolino. Una femmina era sopra una piccola ceppaia, mentre il maschio, con la coda a ruota, le ali raschianti il terreno e la barbetta sotto il mento gonfiata a dismisura, la corteggiava. Ad un tratto lei, compiaciuta delle avance, si decise a scendere concedendosi al compagno. Rimane solo il ricordo e l'incredulità di essere stato testimone del loro segreto amore
                                                                                                                                                                           G. GNATA 

1 commento:

  1. Veramente bella l'idea delle foto accompagnate dal racconto!
    Aspetto la prossima puntata di .................MISSIONE NATURA!!!!

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