Questo è il punto più largo della torre. Non c’è dubbio possibile, non può essere che ” lui ”!
I portatori confermano la nostra supposizione.
Lo chiamano “ il Campanile” tanto non può essere scambiato con nessun altro! A quella vista ogni stanchezza scompare dalle nostre membra, mettiamo in spalla i nostri sacchi e riprendiamo la marcia. Ognuno rincorre i propri pensieri e questi sono concentrati tutti su ciò che abbiamo appena visto.”
( K.G. von Saar – K.Doménigg, Zur Erschliessung der Karnischen Voralpen, 1907).
Che belle parole ha scritto questo escursionista nel lontano 1907, ma vi pensate che la bellezza delle nostre Dolomiti è conosciuta oltre confine e da tempi lontani?
Oggi è la volta delle Dolomiti Friulane e d’oltre Piave dove si trova anche il Campanile di cui sopra, simbolo della Val Montanaia. (Foto iniziale, nella seguente: Cima Montanaia - Monfalcon).
L’area delle Dolomiti che conosceremo oggi è una delle più incontaminate e selvagge dei Monti Pallidi: qui è la natura a dominare incontrastata, scenari grandiosi. Il sistema montuoso è compatto, racchiuso com’è tra il Piave, la parte alta del Tagliamento, la Val Tramontina e la Val Cellina. E’ un sistema che si rivela via via, superando i bastioni imponenti che lo delimitano e proteggono: una passeggiata per la val Cimoliana, la Val Poschiadea, la Val Settimana o seguendo il suggestivo Truoi dai Sclops ( Sentiero delle Genziane) permette la scoperta di scenari inaspettati. Straordinaria è la vista, al centro di un catino glaciale, del solitario Campanile di Val Montanaia che, circondato dalle guglie dei Monfalconi, è uno dei simboli di queste montagne. La geologia di queste aree è dominata dalle dolomie del Triassico Superiore e dai processi che portarono la grande piana di marea della Dolomia Principale a spezzettarsi durante il Giurassico, per diventare successivamente mare profondo come si osserva nella Val di Suola.
Le peculiarità del rilievo sono particolarmente spettacolari, anche perché il territorio è tuttora quasi selvaggio, con una morfologia poco o per niente antropizzata. Vestigia di antichi modellamenti glaciali, falde e coni detritici, fenomeni di frana sono didatticamente scolpiti nel paesaggio, a formare un museo geomorfologico a cielo aperto. Al limite del sistema, la grande frana del Vajont è osservabile in tutta la sua imponenza e drammaticità. ( Foto: Cadin di Toro)
Chi fa parte del gruppo?
·
Cima dei Preti: 2.706 m· Duranno: 2.652 m
· Cridola: 2.581 m
· Cima Monfalcon: 2.548 m
· Spalti di Toro ( Cadin di Toro: 2.386 m)
· Campanile di Val Montanaia: 2.173
Miei cari amici, ne abbiamo fatto di strada … ma all’orizzonte
tante altre montagne ci aspettano, questi Monti Pallidi quanti tesosi
custodiscono !
Nel prossimo post apriremo un altro importante scrigno di
questa collezione, vi posso solo dire che un partecipante al gruppo può
vantarsi di avere quella che viene chiamata in gergo alpinistico, “ la pareti
delle pareti ” sulla quale scorrono famosissime vie anche di elevata difficoltà
alpinistica.
A presto !
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