📜 Epilogo – Le Dieci Mosse del Viandante

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Il Viandante, dopo aver attraversato la Valle di Mezzo e narrato le dieci promesse del Grande Marinaio e del suo Consiglio, si ferma un’ultima volta sulla sommità del colle.

Guarda verso il Castello-Comune 🏰, ormai avvolto nella nebbia delle parole non mantenute, e tira fuori dal suo zaino una vecchia pergamena.
Su di essa, con mano ferma, scrive:

“Ci sono bugie che hanno le gambe corte,
e bugie che hanno il naso lungo.”

Lo aveva letto in un antico libro di legno e burattini, dove chi mentiva finiva per perdere sé stesso.
E nella Valle di Mezzo, il Viandante capì che la storia si ripeteva:
il Gatto e la Volpe 🦊🐱 — l’Amministrazione e l’Opposizione — continuavano a giocare la loro partita, promettendo mari e monti a chi li stava ad ascoltare.

Ma la vera domanda rimaneva sospesa tra le montagne:
chi è oggi Pinocchio?
Forse è il Popolo, che si lascia incantare dalle promesse,
che segue le bugie come lucciole nella notte 🌙,
e che, al risveglio, scopre che la Valle è rimasta la stessa.

Il Viandante sorride, stanco.
Sa che raccontare in stile “Signore degli Anelli” non è stato un gioco,
ma un modo per far leggere, per far riflettere,
perché le fiabe, anche quelle ironiche,
servono a svelare ciò che la realtà nasconde dietro ai sorrisi e alle foto di rito.

E mentre il vento del nord soffia tra le erbacce della pista ciclabile 🌿,
il Viandante lascia il suo messaggio inciso su una pietra:

“Che le genti della Valle imparino a guardare oltre le promesse,
e che la prossima croce non sia un peso, ma una scelta consapevole.”

Così termina la Saga delle Dieci Mosse.
Non un finale, ma un invito a risvegliarsi,
perché ogni fiaba — anche quella più amara —
ha bisogno di qualcuno che la legga fino in fondo.

gino