L’Asino con la fascia tricolore – SECONDA PARTE

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📝 Nota di Gino
Quello che segue è un pensiero libero, scritto con ironia e spirito critico. Non è un’accusa né un fatto giudiziario, ma una riflessione personale su come vanno certe cose nei nostri paesi. Se qualcuno ci si riconosce… beh, è solo perché certe dinamiche parlano da sole.

Volevo iniziare premettendo che io non ho nulla contro il Ritorno dal Bosco, la festa più amata dai miei compaesani, organizzata con passione e precisione svizzera.

Anzi, onore a chi la mette in piedi: serve ancora gente che sa fare gruppo e comunità.

Devo confessare però che le sfilate in costume, il carnevale e il circo non mi hanno mai entusiasmato.
Non perché non le capisca, ma perché – non so – mi mettono addosso una certa malinconia. Forse sono io che sono un po’ fuori dagli schemi, e me ne assumo la colpa.


Quest’anno, tra una asina tricolore e un cappello a tesa larga, ho notato una scena curiosa.
La signora nella foto, con abiti tecnici e scarpe da trekking — una rievocazione, immagino ironica, di come si vestivano le nostre nonne ai primi del ’900 😏 — è stata sindaco di Bassano del Grappa.

Sì, proprio Bassano, la città degli Alpini, del Ponte e del coraggio.
E anche lei, sorridente, sfilava vicino al nostro caro asino con la fascia tricolore, visibilmente orgoglioso del suo nuovo ruolo istituzionale.

Dietro di lei, il vicesindaco, che tiene con fermezza la corda del somaro, sfoggiava un paio di mocassini da cavallaro: un modello raro, si dice usato per la salita e discesa delle mulattiere più ripide della nostra mulattiera.
In effetti, chi ha mai visto un cavallaro scalare i monti con gli scarponi? Tradizione è tradizione.


E poi c’era lui, il nostro Sindaco in carica, con uno strano copricapo non meglio identificato e un gilet multitasche da elettricista di fabbrica.
Probabilmente era un omaggio alle antiche tradizioni dei cavallari: dentro le tasche, invece dei cacciaviti, tenevano le castagne cotte e le cartoline per la zia.


Ma il vero protagonista resta lui: l’asino bianco con la fascia tricolore.
Nessuno ha spiegato esattamente perché gli abbiano messo quella fascia, ma le ipotesi si sprecano.
Forse è un riconoscimento per la pazienza dimostrata nel sopportare la politica locale.
O magari l’hanno nominato “Sindaco Onorario della Mulattiera”, incaricato di ricordare a tutti che, a volte, chi tira davvero avanti il Paese… ha quattro zampe e non parla. 

E proprio mentre sorridevo di questa scena, ho letto sul giornale che sono apparse le candidature alle prossime regionali.
Il vicesindaco risulta capolista in un noto partito veneto, mentre la signora è seconda in un’altra lista di area governativa.

a quel punto mi è venuto un dubbio:

🤔 “Ma allora la sfilata non era il Ritorno dal Bosco… o un Ritorno in Campagna Elettorale?”

E chissà se anche l’asino bianco con la fascia tricolore non stia pensando di candidarsi: in fondo, di promesse ne sente tante… e almeno lui, quando raglia, lo fa senza giri di parole.


🎯 Morale

In un Paese dove tutti vogliono la fascia, l’unico a meritarsela davvero… è chi la porta senza sapere di averla. 

Nota finale di Gino

Questo racconto è una semplice riflessione di paese, scritta con il sorriso e senza cattiveria.
Un po’ satira, un po’ realtà… perché in fondo ridere di noi stessi è l’unico modo serio per non prenderci troppo sul serio. 😄