💧 L’acqua negata

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 C’era una donna 👩‍🦱 che, dopo anni di sacrifici, aveva finalmente trovato una nuova casa in cui sistemarsi. Niente di lussuoso: quattro mura semplici, una donna che ama la Val d'Astico e che considera ormai la sua vera casa.

Come fanno tutti, prima di entrare aveva avviato le pratiche per luce , gas 🔥 e acqua 💧. Tutto sembrava filare liscio, finché non si arrivò proprio a ciò che dovrebbe essere la cosa più naturale: aprire il rubinetto 🚰 e far scorrere l’acqua.

Al telefono 📞 le avevano promesso: “Cinque giorni e avrà l’acqua”. Ma alla prova dei fatti, arrivarono i paletti burocratici: il contatore non era dove volevano loro, e quindi niente acqua. Non prima di lavori, non prima di carte, non prima di un “no” secco.

E così, in un paese del 2025 📅, una persona si è ritrovata senza poter lavare, cucinare 🍲, farsi una doccia 🚿. Il tecnico dell'acqua è arrivato persino a dirle che le spettavano solo 50 litri al giorno, giusto per “sopravvivere”. Come se l’acqua fosse un favore, un regalo concesso dall’alto 🎁 e non un diritto garantito a chi paga le bollette come tutti.

La scena surreale è stata aggravata dai modi bruschi 😡 di chi avrebbe dovuto offrire un servizio pubblico: parole sgarbate, atteggiamenti di superiorità, come se decidere quanta acqua dare a una persona fosse una prerogativa personale.

Eppure, dopo una giornata di lavoro massacrante 💼, cosa chiede un cittadino? Forse un lusso? No: semplicemente di tornare a casa e farsi una doccia calda 🚿. Non pare un capriccio, ma una necessità minima.

Alla fine, per lavare i vestiti 👕, quella donna ha dovuto scendere fino in un paese limitrofo a cercare una lavanderia a pagamento. Quaranta euro 💸 spesi perché qualcuno, dall’altra parte, ha deciso che l’acqua non era un diritto ma una concessione. Fortuna che in valle ci sono ancora persone dal cuore grande ❤️, pronte ad aprire la porta di casa 🚪 e offrire una mano.

La storia non è solo di un rubinetto chiuso 🚰❌. È la storia di un sistema che si dimentica che dietro ogni utenza c’è una vita. Che ogni volta che si chiude un contatore, si chiude un pezzo di dignità.

L’acqua non è un premio da meritarsi 🏅, non è un regalo che qualcuno può elargire a piacimento. È un diritto. Senza se e senza ma.

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👉 Questa non è una storia inventata, ma un fatto reale accaduto a una nostra compaesana: Elisabetta Brazzale.


Chiedetelo a lei: vi racconterà con maggiori dettagli quello che ViAcqua ha fatto. E ricordiamoci che ciò che è successo a lei, domani potrebbe accadere a ognuno di noi. Ci dovremmo pensare
💭.

gino