Nelle antiche cronache della Valle di Mezzo si narra che il fiume Astico fosse un tempo limpido come lo specchio delle Anguane, riflettendo le cime e i sogni dei suoi abitanti. Ma oggi, al posto di acque argentee, i viandanti trovano rive avvolte da una selva oscura, quasi una giungla che avanza silenziosa verso le case, come un esercito verde deciso a conquistare ogni dimora.
Si dice che il “Cerchio Magico”, un consiglio di governanti, avesse giurato
alle genti grandi alleanze con le terre vicine e con l’Unione Montana. Ma
queste sinergie sono divenute come magie proibite: se avvengono, nessuno le
vede, nessuno le ode. I cittadini restano nel buio, come popoli dimenticati da
chi regna nelle torri.
E così i sentieri, un tempo percorsi da famiglie e viandanti, si sono mutati
in prove di coraggio: rovi come lame, ortiche come guardiani, una palestra
naturale per guerrieri più che per anime in cerca di pace.
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Solo pochi eroi rimangono: volontari silenziosi, armati di rastrello e
decespugliatore, che difendono i cammini e gli argini come ranger isolati in
una battaglia senza fine.
Ma ecco il paradosso più grande: il mantenimento delle strade silvo-pastorali! Una missione affidata a chi già non riesce a governare le rive e i sentieri. Una questione che pare uscita da una profezia impossibile: “Colui che non custodisce il fiume, come potrà custodire le stalle del bosco?”.
Così, mentre nei programmi elettorali si raccontano fiabe di regni ordinati
e foreste curate, la realtà è un’altra: la giungla cresce libera, le decisioni
calano dall’alto come tempeste improvvise, e il popolo della Valle di Mezzo
osserva, incredulo, il mondo intorno mutare senza essere mai interpellato. 🌿
gino