🧱 TE SI SUL MIO – Il Veneto col confine nel sangue


In Veneto, più che sangue, ghe xe semenà el catasto nelle vene. 🩸🧾

C’è chi ga i globuli rossi… e chi i mappali.

E non parlo mica solo dei veci col cappello in testa e la stufa accesa ad agosto 🔥🎩.
No no, parlo anche del giovane moderno, quello con el cagnetto con la felpetta Nike e el passeggin par el can, quello con i tatuaggi spalma in tutto el corpo, quello col BMW ibrido o la Mini Minor all’ultima moda
🚗, col mutuo trentennale e la casa da 68 metri quadri.
Appena firma il rogito… ZAC!
Mette subito la siepe per fare confin!
🌿
E se l’altro appartamento è vuoto dal ’92?
Meglio così: “no i ne rompe i cojoni!”

“Ti si sul mio!”
“Qua xe tutto mio!”
“Ti, sta sul tuo… che mi sto sul mio!”

Siamo sempre stati convinti di avere origini celtiche, tipo popolo magico delle nebbie...
Poi hanno fatto i test del DNA, e sorpresa:
veniamo più che altro dagli albanesi.
Nel frattempo, ghemo fatto dell’economia una religione:
– lo Spritz come messa
🎉🍹
– e il panin onto come ostia
🥖🧄
(Solo che l’ostia del panin onto te la trovi nello stomaco per tre giorni prima de digerirla.)

Siamo cresciuti col dogma del confine:
• Riga tirata
📏
• Proprietà privata
🚪
• Sedia in cortile solo dalla mia parte
🪑

E va ben tutto, eh…
Finché non diventa una barzelletta.
🤡

Te ghe la casa, l’orto, magari pure una panchina col nome inciso, come fossi Giuseppe Verdi…
Poi te ghe asi le penne e te ve xo in via Righele al cimitero insomma.
E i te fa la lapide.
E lo sai cosa che i te scrive?

Solo el to nome.

Ma dopo due generazioni, te si solo:

“Quel tacà la cesetta, el secondo a destra.” ⚰️
E magari visin a uno che tifava Juventus.
😤

La verità?
Di nostro non abbiamo niente, a parte quello che abbiamo lasciato con il nostro esempio negli altri durante la nostra esistenza.

E allora, domando:
Ma che senso ga far la guerra par 15 centimetri de terra?
🌿⚔️
O per metter prima la sedia in cortile, che tanto domani piove?

Facciamola nostra, 'sta terra.
E mettiamoci delle scale, dove ci saliamo
per cercare di vedere un po’ più lontano.
Soprattutto lontano dal nostro ego.

Gino