C’era una volta, in un grande prato fiorito, un’ape laboriosa. Volava di fiore in fiore con ritmo instancabile, impollinando con cura ogni petalo e producendo un miele così buono che le altre api la guardavano con ammirazione.
L’ape non si risparmiava mai. Lavorava per il bene di tutte, e non chiedeva nulla in cambio.
Un giorno, il Gran Consiglio delle Api si riunì e proclamò all’unanimità:
“Lei sarà la nostra Regina!” 👑
L’Ape Regina accettò con orgoglio. Era fiera del compito affidatole: guidare il suo popolo verso un futuro radioso, fatto di fiori, armonia e dolci primavere.
Ma un pomeriggio, un apicoltore baffuto 🧔♂️ la chiamò in disparte.
Con voce suadente e mani giunte, le propose un viaggio in una valle meravigliosa: piena di alberi da frutto, fiori rari, profumi esotici…
“Lì, potrai produrre il miglior miele del mondo.”
L’Ape Regina fu convinta in pochi minuti. L’apicoltore sapeva usare le parole come un cucchiaino sa prendere il miele.
Radunò tutte le api per una serata solenne. Parole dolci, promesse dorate, sogni condivisi.
La notte stessa, lo sciame fu trasportato lontano, sotto il vento freddo e l’illusione di un giardino incantato.
Prima di addormentarsi, stremata, l’Ape Regina sognava il mattino seguente tra petali e profumi.
Ma all’alba… qualcosa non tornava.
Un suono squillante la svegliò.
Non il canto degli uccelli, ma la banda musicale del paese che provava per il “Grande Evento”.
🎺🥁 Trombe, tamburi, piatti… sembrava una sagra fuori stagione.
Dalle finestrelle dell’arnia, l’Ape Regina vide arrivare in parata:
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il Presidente della Provincia
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i Sindaci della valle
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il Sindaco Bambino, travestito da ape gigante 🐝
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l’Assessore al Miele di Castagno
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il Console Onorario del Grillo Parlante
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e persino il Vescovo Emerito delle Api, col bastone a forma di cucchiaino ⛪🍯
E poi… arrivarono anche loro:
👧👦 i bambini delle scuole del paese, tenuti per mano dalle maestre, felici e ignari.
Al centro, un enorme buffet pieno di leccornie: torte, biscotti, gelatine, nettare al limone… Una vera festa.
I bambini si divertirono comunque — perché sono innocenti — e le api non li punsero.
Qualche maestra invece sì… perché portare una scolaresca in un posto del genere era un insegnamento discutibile.
Ma quando l’Ape Regina aprì lo sportellino e guardò il paesaggio…
Le si spezzò il cuore.
Nessun fiore. Nessun frutto.
Davanti a loro solo polvere, rumore e desolazione:
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una cava abbandonata, chiusa da una rete arancione sfilacciata
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e accanto, una cava molto più grande, viva e rumorosa
🚛 Camion giravano come insetti metallici.
💥 Mine esplodevano.
🌫️ Nuvole di polvere coprivano le arnie.
In cima alla collina, l’apicoltore se la rideva, in compagnia del cavatore, con la pancia tonda come una betoniera. 🤡
L’Ape Regina tremava.
Come avrebbe potuto giustificare tutto questo?
Non fece in tempo.
Le api, svegliate dai rumori e dalla delusione, si sollevarono in volo come un solo corpo.
E quando videro le autorità intente a inaugurare il nulla con tanto di nastri tricolori… fu rivolta.
⚡ Pungono il Presidente, che scappa urlando.
⚡ Pungono il Sindaco, che inciampa sul Sindaco Bambino.
⚡ Pungono l’Assessore, che si tuffa in un secchio di miele rancido.
⚡ Pungono il Vescovo, pungono l’apicoltore, che si gonfia come un pallone e smette di ridere.
⚡ Qualche maestra, sì. Ma nessun bambino. Mai.
👑 L’Ape Regina, con le lacrime agli occhi, non fu più Regina.
Volò via con il suo sciame, verso le montagne sopra la valle, alla ricerca di prati veri, fiori selvatici, e silenzio. 🌸⛰️
Lì, forse, avrebbero potuto ricominciare da capo.
E imparò la lezione:
🐝 "Nessun paradiso è vero, se ti ci porta un bugiardo."
gino
Disclaimer: Questo racconto è un’opera di fantasia. Ogni riferimento a persone, luoghi o situazioni realmente esistenti è da considerarsi puramente casuale e utilizzato a fini narrativi e simbolici. Nessuna ape è stata sfruttata nella realizzazione del testo.