C’erano una volta cinque arnie, una casetta-laboratorio e tanti bambini sorridenti. C’erano dolcetti a fine giornata, semi da piantare e parole importanti: sostenibilità, biodiversità, futuro.
Poi però uno si girava di lato, e vedeva una cava in piena attività, con camion, mine e polvere sospesa nell’aria. Due mondi che sembrano opposti, ma che in certe giornate finiscono per convivere. E allora viene spontanea una domanda: che storia stiamo davvero raccontando alle nuove generazioni? 🤔
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GIORNALE DI VICENZA |
Il progetto dell’apiario didattico promosso dall’Associazione Regionale Apicoltori del Veneto e dall’Albo Cavatori del Veneto, con il sostegno del Consiglio Regionale del Veneto, è stato presentato pubblicamente come un esempio di buona pratica replicabile. Alla cerimonia erano presenti Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio Regionale, Gerardo Meridio, presidente dell’Associazione Apicoltori, e Ottorino Zamberlan, titolare della Sipeg srl e vicepresidente dell’Albo Cavatori. Hanno partecipato anche il Sindaco di Valdastico di Pedemonte, il “Sindaco Bambino”, e altre autorità locali. 🎖️
L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo, e nelle intenzioni degli organizzatori ha l’obiettivo di sensibilizzare bambini e adulti sull’importanza della biodiversità e delle api nel nostro ecosistema. 🐝
Personalmente, fatico a non vedere una certa contraddizione. Progetti educativi incentrati sulla sostenibilità, proposti proprio all’interno di un sito di estrazione, mi fanno sorgere più di qualche dubbio. È giusto, è utile – e forse anche necessario – coinvolgere le scuole. Ma a patto che i messaggi trasmessi siano completi, critici e non unilaterali.
Mi sembra che si rischi di veicolare l’idea che le attività estrattive siano perfettamente conciliabili con la tutela ambientale, quando invece – nella realtà quotidiana – il bilancio ambientale è molto più complesso. ⚠️
Chi abita in queste zone lo sa: il traffico
pesante dei camion, le esplosioni, la qualità dell’aria, sono
questioni reali. E lo sono tutti i giorni, non solo quando arrivano le
scolaresche. Il contrasto tra la narrazione ufficiale e la realtà che si
respira (letteralmente) a volte è così forte che mi viene da pensare di vivere
dentro un film.
🎬 The Truman Show, per capirci: un mondo apparentemente perfetto,
costruito attorno a un protagonista ignaro, mentre tutto viene controllato e
confezionato per apparire migliore di ciò che è.
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SOLE 24 ORE |
Non è questo un attacco a qualcuno in
particolare, né una denuncia. È un invito a riflettere su come comunichiamo
ai più giovani il rapporto tra uomo, ambiente e sviluppo. Non basta una
casetta con le finestre a rete per rendere tutto sostenibile.
La domanda vera è: che tipo di futuro stiamo mostrando ai ragazzi?
Uno dove tutto si tiene insieme con un bel buffet finale 🍪, o uno dove si insegna davvero a distinguere tra ciò che fa bene al territorio e ciò che lo consuma?
Le api sono importanti, nessuno lo mette in
dubbio. L’educazione ambientale pure. Ma occorre prudenza quando si uniscono
elementi così distanti – l’estrazione e l’ecologia – in un’unica narrazione
positiva.
Il rischio, altrimenti, è di trasformare la comunicazione in un trucco,
e la formazione in una rappresentazione teatrale.
📎 Fonte: Il Sole 24 Ore – “Le api nella cava e il modello
replicabile”, 26 maggio 2025
Il Giornale di Vicenza del 27/05/2025
gino