✈️ "Bagagli per Berlino – Giovani in partenza, paese in saldo" 🧳


Ieri notte ho accompagnato cinque ragazzi a Venezia in aeroporto. Destinazione: Berlino.

Erano le 4:30 del mattino 🌒, l’aria ancora fredda di primavera che ti entra nelle ossa. Cinque valige grandi come speranze. Nessuno parlava troppo. Solo qualche battuta per nascondere la malinconia.

Uno aveva una chitarra che abbiamo posizionato nel bagagliaio del pulmino assieme alle valigie 🎸, un altro abbracciava il nonno con occhi lucidi.
Mi è rimasta impressa una frase detta da Elisa, 24 anni:

"Torno solo per Natale, se ci riesco. Ma almeno là posso fare un colloquio senza che mi chiedano se voglio lavorare gratis."

Un Pugno nello stomaco sentire una frase del genere.

Questi ragazzi non partono per “fare un’esperienza”. Non è Erasmus. non è un anno sabatico. È fuga vera.
Scappano da stipendi ridicoli, da contratti ridicoli, da offerte ridicole. Scappano perché non ci credono più nemmeno loro alle promesse che continuiamo a raccontargli.

🎒 E come dargli torto?
Se vedo il mio paese l’unica cosa che aumenta è il silenzio.

La vita se ne sta andando via a piccoli gruppi di cinque e io li accompagno e mi pagano per farlo.
Stiamo esportando la nostra migliore gioventù come si esporta il Parmigiano: con cura, sottovuoto e con la speranza che non si rovini durante il viaggio.


😔 E io, che sono rimasto?

Guido verso casa con la radio spenta. Il vuoto fa più rumore di mille parole.
E intanto mi chiedo se qualcuno dei nostri amministratori o nei corridoi ovattati di qualche ministero stia facendo caso a questa emorragia.

La risposta la conosciamo tutti.


📮 Postilla amara (ma ironica)

A Berlino i bus sono puntuali. I colloqui si fanno sul serio. I sogni, perlomeno, non vengono bollati come "utopie da giovani".

gino