"Schio dice NO. Da noi? Ma figurati."

 


Lì a Schio 🚧, Comune da oltre 39.000 anime, hanno detto no all’ampliamento della cava “Pianezzé”. Sì, proprio così: NO . Con tanto di motivazioni tecniche, impatto ambientale 🌱, rumore 🔊, fragilità idrogeologica 💦, e pure fastidio alle orecchie dei residenti 🧏.



Hanno ascoltato la gente, valutato i documenti, mandato osservazioni in Regione. E poi hanno detto: “questa roba qui non si può fare”. Roba da fantascienza, per certi paesi
🛸.

E qui, da noi?

Beh, da noi la parola “NO” si usa solo per dire: “No, non possiamo fare nulla, è già tutto deciso”. Le cave? Avanti tutta. Rumori? Ci si fa l’abitudine. Polveri? Gratis, in omaggio col panorama 🌫️. Le mine che scoppiano? Musica per le orecchie, pare 🎆. Gli amministratori — quelli di adesso e quelli precedenti, opposizioni comprese — sempre disponibili... ma per firmare autorizzazioni ✍️. Convinzioni ambientali? Zero. Visione del territorio? Smarrita sotto qualche cumulo di detriti 🪨.

E intanto Schio, con i suoi assessori che parlano di "sviluppo sostenibile" e "tutela del paesaggio" 🍃, riesce perfino ad opporsi ufficialmente a un progetto milionario 💰, mettendosi contro un colosso industriale. E senza tremare.
Mentre da noi, la priorità resta il solito “non disturbare chi ha interessi”
🤐.
Per carità, non sia mai che si faccia la figura di quelli che si oppongono al “progresso”
😵‍💫.
A noi va bene tutto, purché non si dica nulla. Purché la polvere venga ben spazzata sotto il tappeto. Purché non si parli di alternative. Purché si resti immobili, ma inquinati
🧨🌫️.


Allora grazie, Schio. Per aver ricordato a certi paesi come il nostro che amministrare vuol dire anche avere il coraggio di dire no.

gino