Nella piccola Val d’Astico, incastonata tra le Prealpi venete in provincia di Vicenza, esistono due beni preziosi che, pur non essendo classificati come "terre rare", rappresentano risorse fondamentali per la vita della comunità: l’acqua e la ghiaia. Entrambe, però, sembrano essere state sacrificate in nome del profitto, con conseguenze pesanti per l’ambiente e per i cittadini. 😔
L’acqua: un
bene comune privatizzato 💧💼
L’acqua, fonte primaria di vita, una volta era
gestita a livello locale, con un forte legame con il territorio. Oggi è
amministrata da una società per azioni, in cui anche il Comune di Valdastico
detiene una quota. Tuttavia, non è chiaro quale sia esattamente la percentuale
di partecipazione del Comune e, soprattutto, quale sia il reale peso
decisionale della comunità locale. Molti cittadini hanno la sensazione che, di
fatto, il Comune non conti nulla e che la gestione dell’acqua risponda più a
logiche aziendali che all’interesse pubblico. Il problema non riguarda solo il
costo sempre più elevato 💸, ma anche la perdita di controllo su una risorsa essenziale.
Le cave:
montagne distrutte e una valle soffocata ⛏️🚛
L’altra grande risorsa, o forse sarebbe meglio
dire il grande problema, è rappresentata dall’estrazione della ghiaia. La Val
d’Astico ha visto per anni il proliferare di cave, alcune dismesse. Oggi una di queste, l’unica in funzione, sta letteralmente spaccando
una montagna, alterando il paesaggio e causando enormi disagi ai residenti.
Ogni giorno, più di trecento camion attraversano
la valle trasportando ghiaia, sollevando polveri sottili che si diffondono
ovunque, soprattutto nei periodi secchi. Il rumore incessante del traffico,
scoppi di mine, e il deterioramento della qualità dell’aria hanno trasformato
la vita nella valle in un incubo per molti abitanti. 😣
Quanti soldi
entrano nelle casse comunali? 💰❓
Uno degli aspetti più opachi della questione è il
ritorno economico per il comune. Si dice che l’estrazione della ghiaia porti
entrate nelle casse pubbliche, ma nessuno sembra sapere esattamente a quanto
ammontino questi fondi e come vengano utilizzati. Lo stesso vale per la
gestione dell’acqua: il Comune ha una partecipazione nella società che la
gestisce, ma non è chiaro se e quanto questa quota porti benefici concreti alla
comunità. Sono davvero sufficienti a compensare i danni ambientali, il deterioramento
della qualità della vita e l’impatto sulla salute dei cittadini? 🤔
Quale futuro
per la Val d’Astico? 🌄🔮
La domanda che sorge spontanea è: vale
davvero la pena continuare su questa strada? Possibile che non
esistano alternative più sostenibili per valorizzare il territorio senza
distruggerlo?
L’acqua e le montagne non sono solo risorse
economiche, ma elementi essenziali della nostra identità e del nostro
paesaggio. Forse è arrivato il momento di chiedere maggiore trasparenza,
di pretendere che questi beni siano gestiti nell’interesse della comunità e non
solo di pochi. La Val d’Astico merita rispetto e tutela, prima che sia troppo
tardi. ⏳
Conclusione:
il solito appello inascoltato 🍃🗣️
Eppure, so già che questo sarà il solito appello
inascoltato, le solite parole al vento della valle 🌬️, che non saranno sentite da chi non vuol sentire. Chi dovrebbe ascoltare, ha già deciso di voltarsi dall’altra parte. Ma continuerò a scrivere, a
parlare, a sperare che qualcuno, prima o poi, apra gli occhi e agisca. Perché
la Val d’Astico merita di più. 🌿
gino