Ieri ho vissuto un momento che mi ha colpito profondamente. Ho accompagnato quattro giovani all’aeroporto, diretti a Tenerife. Mentre caricavano il pulmino di valigie, una scena mi ha fatto riflettere: una ragazza, abbracciata alla madre, piangeva prima di partire. Non era una vacanza, non era un viaggio di piacere. Se ne andavano per costruirsi una vita altrove, lasciando l’Italia.
Durante il viaggio, parlando con loro, uno dei ragazzi mi ha detto: "Purtroppo qui nell'Italia di oggi non abbiamo futuro, non troviamo più niente e siamo costretti ad andare via." Queste parole mi hanno colpito come un pugno nello stomaco.
Questo episodio mi ha fatto pensare a quello che accade ormai da anni anche nel mio paese, Valdastico. Qui il fenomeno è ancora più evidente: i giovani se ne vanno, cercando altrove quel futuro che qui sembra irraggiungibile. Il nostro paese, come tanti altri in Italia, si sta lentamente svuotando. Lo vediamo nelle case chiuse, nei negozi che chiudono, nelle scuole con sempre meno bambini. Un tempo le piazze erano piene di giovani, oggi restano gli anziani, mentre le nuove generazioni fanno le valigie.
Negli ultimi anni, più di 300.000 giovani italiani hanno lasciato il Paese in cerca di migliori opportunità all’estero. E nel nostro piccolo, anche Valdastico sta vivendo questa emorragia. I nostri giovani non partono più solo per studiare o per fare esperienze, ma perché non vedono più un futuro qui.
E allora mi chiedo: cosa rimane di un paese senza giovani? Rimangono i ricordi, certo, e rimane chi resiste, chi ancora ci crede. Ma senza una comunità viva, senza nuove generazioni che portano idee, lavoro e speranze, il destino sembra già scritto.
Questa non è solo una riflessione nostalgica, è una realtà che dobbiamo affrontare. Se vogliamo che Valdastico e paesi come il nostro abbiano un futuro, dobbiamo creare le condizioni perché chi parte abbia almeno una ragione per tornare. Perché un paese senza giovani non è un paese che cresce, è un paese che si spegne.
E ieri, in quell’abbraccio tra una madre e sua figlia, ho visto tutto questo.
gino