1 novembre 2013

Camminando attraverso i Monti Pallidi: le Dolomiti.


Buon giorno miei cari blog-amici,

vi ricordate cosa ci siamo scritti nel post precedente?
Ci siamo dati appuntamento nella zona dove è presente “ la pareti delle pareti, ” ovvero nelle zone dove si trova il Monte Civetta. Il Monte Civetta infatti nel suo lato nord-ovest ha una parete verticale con un dislivello superiore ai 1000 metri e lunga circa 4 km, tra la “Cima Su Alto” e la “ Torre Coldai ”.
Ma vediamo in generale alcune notizie di questa zona dei Monti Pallidi, la zona delle Pale di San Martino, San Lucano, Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine.
Questo sistema è molto vasto e racchiude in sé diverse montagne spettacolari: da sud a nord si riconoscono le Vette Feltrine, il gruppo del Cimonega-Erera Brendol, i Monti del Sole, la Schiara e il Talvena, i gruppi della Civetta e della Moiazza, le Pale di San Martino e quelle di San Lucano.
Il territorio è caratterizzato da un paesaggio vario: dalle pareti rocciose alle praterie e pascoli alpini, da torrenti impetuosi a tranquilli specchi d’acqua, dai ghiacciai alle torbiere. Queste varietà va ricercata nella struttura dell’area, costituita da rocce diverse.
La parte meridionale del sistema è ricca di riserve naturali, di paesaggi incontaminati a volte aspri e inaccessibili, di valli profondamente incise e pareti strapiombanti. Nella parte settentrionale il paesaggio si fa più articolato e la forma del sistema montuoso è legata alla presenza di una delle più grandi e integre scogliere del Triassico. Dal Coldai al Pelsa, attraverso l’Agner, le Pale di San Lucano e fino alle Pale di San Martino si può passeggiare – letteralmente – sugli atolli di un’antica laguna che si elevava un migliaio di metri dai fondali marini.

Sono presenti anche fantastici contrasti di colore, come si può osservare in Val di Gares o di San Lucano, dovuti alle rocce scure di materiale vulcanico che si appoggiano sulle bianche scarpate dell’atollo. Sopra le massicce scogliere e sulle antiche lagune – ora altipiani – si ergono poi altre pile di rocce a formare nuove montagne e nuove storie. Una straordinaria testimonianza geologica è la parete fittamente stratificata della Civetta, spezzettata in torri e guglie innumerevoli.

Si può intuire la grande importanza di queste montagne per la geologia solo considerando l’eccezionale varietà dei fenomeni qui rappresentati: a sud è descritta la storia recente dal Triassico Superiore al Cretaceo, con la documentazione delle vicende che hanno portato le Dolomiti a sprofondare nel mare profondo; a nord invece è la storia delle scogliere e dei vulcani che domina. Unico, per altitudine e dimensione, è inoltre l’Altipiano della Fradusta, sulle Pale di San Martino, che rappresenta un’originaria superficie della scogliera dolomitica, rimessa a nudo per l’asportazione erosiva delle formazioni più recenti.
Le caratteristiche geomorfologiche sono particolarmente significative: i fenomeni carsici e glacio-carsici, con svariate forme superficiali e sotterranee; il modellamento glaciale, con una serie di depositi morenici soprattutto tardo-glaciali; l’erosione idrica, con profonde gole e forre.

Ed ora la consueta classifica degli appartenenti al gruppo:

·         Cima Civetta: 3.220 m
·         Cima della Vezzana: 3.192 m
·         Cima di Bureloni: 3.130 m
·         Cimon della Pala: 3.129 m
·         Pale di San Martino: 2.982 m
·         Cima della Fradusta: 2.939 m
·         Monte Mulaz: 2.906 m
·         Moiazza: 2.878 m
·         Agner: 2.872 m
·         Sass Maor: 2.814 m
·         Schiara: 2.565 m
·         Talvena: 2.542 m
·         Burel: 2.281 m

 A presto !
Ciao

 

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