27 settembre 2013

VICINI AL CIELO E RADICATI ALLA TERRA: I NOSTRI AMICI ALBERI


Buon giorno miei cari amici, terminiamo oggi il nostro appuntamento con la parte verde di questo mondo bellissimo e tutto da scoprire, che si chiama natura.
Non poteva mancare nell’elenco l’albero caro a tutti, bambini, giovani, adulti e anziani, l’albero che riporta a quel magico periodo che è il Natale. A voi tutti: l’abete rosso, il signore dell’anno.
L’abete rosso è l’albero vero delle nostre foreste da cui hanno tratto vita e sostentamento numerose generazioni di montanari. Ma non solo… Antonio Stradivari fu uno dei primi ad usare questo legno per ricavare la parte superiore dei suoi violini: ora tutti gli strumenti ad arco realizzati dai liutai sono così prodotti. Ogni tanto all’alba accade una magia nel bosco di Paneveggio (TN) in Val di Fiemme, come secoli prima lo stesso Stradivari aveva compiuto: un violoncellista e un liutaio vanno alla ricerca dell’Abete perfetto, capace di fornire la materia prima per dei violini dal suono puro: è impressionante sentire come tutto un bosco risuoni alle note di Vivaldi e Bach.
Ma anche i Veneziani hanno capito il pregio di questo albero resistente, hanno infatti fondato Venezia sui boschi del Cadore: i magnifici esemplari sia di abete rosso che di Larice, per l’ottima resistenza, hanno costituito infatti  la base su cui la città vagamente galleggia sull’acqua; di abete rosso sono anche le caratteristiche bricole che segnano i canali della laguna.
Questo albero sempreverde e longevo,( 400-500 anni), può raggiungere dimensioni molto rilevanti, fino a 50 metri. Il suo fusto è diritto con rami verticillati e chioma a forma piramidale. La sua corteccia è liscia di color rossiccio che si sfalda in sottili squame membranose negli esemplari più giovani mentre negli esemplari più adulti diventa finemente screpolata. Le foglie sono aghiformi, lunghe circa 2 cm, di colore verde scuro, disposte a spirale sui rametti. I coni sono penduli di colore rosso bruno e allungati. A maturità cadono interi dopo aver liberato dei piccoli semi alati.Predilige gli habitat continentali. Nell’arco alpino è diffuso ad un’altezza non inferiore a 800-1200 m, mentre nelle Alpi  orientali a 500-600 m. Dal punto di vista dell’utilizzo, il suo legno di ottima qualità, bianco-giallastro, tenero, viene utilizzato soprattutto nel settore edilizio.  Dalla distillazione della resina dell’abete rosso si ricava la trementina (acquaragia). La stessa resina si usa anche per produrre il nerofumo e dalla corteccia si estraggono tannini, usati per la concia delle pelli.
Ma vediamo ora il lato poetico di questo albero, leggendo alcuni versi di poeti e scrittori famosi.
“Nostalgia della foresta, del vento e del gelo. Questo racconta l’Abete del ritmico pulsare delle piccole luci multicolori che illuminano la notte della Natività, fra mistero e magia” – Hyans Liedberg.
“Il Pino, presente in tutti i boschi di montagna, è un discreto dispensatore di buoni aiuti. E’ vulnerabile e bisogna proteggerlo. Forza e durezza le scarica nei rami. Vedere le grandi e pacifiche famiglie di Pini dispiegarsi per le montagne in vaste distese verdi trasmette tranquillità. Si tratta di gente perbene senza la quale un bosco non potrebbe dirsi completo. ”- Mauro Corona: “Le voci del bosco”.
“… Anche gli addobbi dell’albero sono stati interpretati cristianamente: i lumini simboleggiano la Luce che il Cristo dispensa all’umanità, i frutti dorati insieme con i regalini e i dolciumi appesi ai suoi rami o raccolti ai suoi piedi sono rispettivamente il simbolo della Vita spirituale e dell’Amore che Egli ci offre. Radunarsi , la notte di Natale, intorno all’albero significa dunque essere illuminati dalla sua luce, godere della sua linfa, essere pervasi dal suo amore.” – Alfredo Cattabiani: “Florario”.

 Romina

Fonte: Alberi le Colonne del Cielo di Ugo Scortegagna

3 commenti:

  1. Adesso che mi sono fatto la casellina mi par giusto commentare anche dal famosissimo Gino de Gino Minai, l'archetipo di tutti i blog non-imperiali. Sul fatto che si si usassero palificazioni di abete rosso per le fondazioni di Venezia mi permetto di sollevare qualche dubbio dato che il tipo di legno non si presta eccessivamente bene allo scopo. Quercia, larice e robinie a gogò, ma il pino veniva usato più propriamente per i pennoni delle navi. Il fatto che la circostanza sia scritta su Wiky non la autentica per forza. Suggerisco un approfondimento. Ciao Belli

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    1. Ciao Don Sponcio,
      grazie del post, mi piace quando commentano i vari scritti e trovo giusto se si trova qualche imperfezione, segnalarla.
      Per quanto riguarda il dubbio sull'utilizzo dell'abete a Venezia, lo passerò all'autore del libro che ho indicato come fonte e dal quale ho tratto le notizie per scrivere il post.
      Alla prossima! Ciao
      Romina

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  2. Ciao Sponcio e complimenti per l'icona, veramente Imperiale....
    Questa sera mi devo trovare con Romina e gli chiederò di approfondire, poi ti risponderà lei che è migliore del sottoscritto... nella speranza di conoscerci personalmente, magari ai Checa al Ritorno dal Bosco a bientot

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