“ All’ombra di un faggio gigante
sedevo assorto e lontano miravo
valli distese e lor dolce oscillare:
sedevo un tappeto di foglie
e udivo l’acuto cantare
e gli innumerevoli suoni
d’uccelli stanchi di volare.
Sedevo e immaginavo
tra l’alte erbe di quelle valli,
i mondi che mi son nascosti,
i lor misteri e i loro molti inganni.
Sedevo all’ombra di quel faggio.
E tutt’attorno si taceva. ”
All’ombra di un faggio Andrea Brezza, trova la pace, ma conosciamo un po’ questo albero slanciato che consentiva ai Maestri veneziani di ricavare robusti remi per le galere.
Il faggio è una pianta a portamento arboreo, longeva (fino
a 500 anni d’età); può raggiungere i 40 m di altezza. Il tronco è regolare e
cilindrico e i rami ascendenti-espansi a formare una chioma di profilo dapprima
ovato, poi subsferico, di densità medio elevata e di colore verde
brillante. La foglia presenta una lamina
di profilo ovale o ellittico, con il margine ondulato e ciliato, lucente sulla
pagina superiore.
Le gemme sono sottili e affusolate, di colore rossiccio,
mentre la corteccia è di colore grigio uniforme e di aspetto liscio. Il frutto
è denominato faggiola che viene utilizzato come alimento per i suini.Il legno, semiduro e roseo è assai pregiato. Famoso a questo proposito è il Gran Bosco del Cansiglio, conosciuto anche come “ Bosco da Reme ” o Foresta dei Dogi, storicamente sfruttato dalla Serenissima.
Il faggio è diffuso sui rilievi dell’Europa centrale, fino al Caucaso e all’Asia occidentale, ma anche nell’area balcanica e sui rilievi della Spagna settentrionale. In Italia è presente sulle Alpi e sugli Appennini, tra i 900 e i 1400 m sml, potendo salire in Appennino fino a oltre 1900 m.
Un dato interessante da ricordare è che una foresta di faggi assorbe ogni anno circa 8,2 tonnellate di carbonio per ettaro di superficie e ne ricede all’ambiente circa 2,2 tonnellate: la quantità accumulata è quindi pari a circa 6 tonnellate per ettaro.
Nel prossimo post incontreremo l’albero che fra poco cambierà il suo abituale vestito verde per indossare il colore del sole.
Alla prossima. Ciao
Romina
Fonte: Alberi le Colonne del Cielo di Ugo Scortegagna
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