13 settembre 2013

VICINI AL CIELO E RADICATI ALLA TERRA: I NOSTRI AMICI ALBERI

“ All’ombra di un faggio gigante
sedevo assorto e lontano miravo
valli distese e lor dolce oscillare:
sedevo un tappeto di foglie
e udivo l’acuto cantare
e gli innumerevoli suoni
d’uccelli stanchi di volare.
Sedevo e immaginavo
tra l’alte erbe di quelle valli,
i mondi che mi son nascosti,
i lor misteri e i loro molti inganni.
Sedevo all’ombra di quel faggio.
E tutt’attorno si taceva. ”
In questa bellissima poesia di Andrea Brezza ci si può identificare, chi ama camminare prima o dopo sosta nei pressi di una pianta, per trovare ristoro e lì tante volte può succedere la magia: un animo contento si fonde con la natura attorno, un animo irrequieto trova la pace.
All’ombra di un faggio Andrea Brezza, trova la pace, ma conosciamo un po’ questo albero slanciato che consentiva ai Maestri veneziani di ricavare robusti remi per le galere.

Il faggio è una pianta a portamento arboreo, longeva (fino a 500 anni d’età); può raggiungere i 40 m di altezza. Il tronco è regolare e cilindrico e i rami ascendenti-espansi a formare una chioma di profilo dapprima ovato, poi subsferico, di densità medio elevata e di colore verde brillante.  La foglia presenta una lamina di profilo ovale o ellittico, con il margine ondulato e ciliato, lucente sulla pagina superiore.
Le gemme sono sottili e affusolate, di colore rossiccio, mentre la corteccia è di colore grigio uniforme e di aspetto liscio. Il frutto è denominato faggiola che viene utilizzato come alimento per i suini.
Il legno, semiduro e roseo è assai pregiato. Famoso a questo proposito è il Gran Bosco del Cansiglio, conosciuto anche come “ Bosco da Reme ” o Foresta dei Dogi, storicamente sfruttato dalla Serenissima.

Il faggio è diffuso sui rilievi dell’Europa centrale, fino al Caucaso e all’Asia occidentale, ma anche nell’area balcanica e sui rilievi della Spagna settentrionale. In Italia è presente sulle Alpi e sugli Appennini, tra i 900 e i 1400 m sml, potendo salire in Appennino fino a oltre 1900 m.
Un dato interessante da ricordare è che una foresta di faggi assorbe ogni anno circa 8,2 tonnellate di carbonio per ettaro di superficie e ne ricede all’ambiente circa 2,2 tonnellate: la quantità accumulata è quindi pari a circa 6 tonnellate per ettaro.

Nel prossimo post incontreremo l’albero che fra poco cambierà il suo abituale vestito verde per indossare il colore del sole.

Alla prossima. Ciao

Romina


Fonte: Alberi le Colonne del Cielo di Ugo Scortegagna

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