Il
prataiolo (Agaricus Campestris) è un fungo ben
conosciuto, ma ne esistono molte varietà che differiscono per colore e
dimensione, e non sempre è facile distinguerne la varie specie.
Le caratteristiche comuni sono:
1. Il
cappello carnoso con colorazione variabile dal bianco al
rosso-bruno, a forma di globo quando è ancora giovane e che si espande in
seguito durante la sua crescita; negli esemplari adulti il diametro del
cappello può raggiungere i 10 centimetri.
2.
Le
lamelle al di sotto del cappello, dapprima di color biancastro ed in
seguito, con la maturazione delle spore, di tonalità dal rosa al viola, che diventa
quasi nera al termine della crescita.
3. La carne
del prataiolo, bianca, di odore e sapore gradevole, che una volta tagliata e a
contatto con l'aria assume un colore rosaceo, quasi rosso in alcune zone.
Come si deduce dal nome, il prataiolo cresce nei prati, dove lo possiamo trovare dall'estate
fino all'autunno; vive in ampie colonie che spesso formano un circolo chiamato
"circolo delle streghe" e lo si può trovare sino a 2.000 metri
di altitudine. Ci si può imbattere in questo fungo praticamente in tutte le
zone d'Italia, sia in pianura che in montagna, generalmente lontano dagli
alberi.
Il
prataiolo è un
fungo molto buono ed apprezzato in varie parti del mondo. Può essere cucinato
sia crudo in insalate che cotto nel modo tradizionale; si consiglia tuttavia di
consumare esclusivamente esemplari giovani in quanto quelli troppo maturi possono facilmente presentare iniziali stadi di alterazione.
Esiste
anche un genere di prataiolo tossico, l' Agaricus xanthoderma, riconoscibile,
una volta sezionato, dal colore giallo all'interno del piede (la parte
sottoterra che corrisponde alla radice); anche il gambo stesso presenta
solitamente qualche "punta" di giallo e l'odore, se annusato,
assomiglia a quello dell'inchiostro.
Questi funghi
sono noti per essere praticamente privi di grassi e per avere un buon apporto
di proteine, superiore sia in qualità che in quantità agli altri alimenti di
origine vegetale; il prataiolo in particolare rappresenta una buona fonte di
due aminoacidi: la lisina e il triptofano.
I
prataioli erano già noti in epoca antichissima ed anche i Romani, come
testimoniato da Orazio con i suoi versi, li consideravano ottimi.
Pratensibus optima fungis Natura est, alii male creditur
Attenzione, però!
Bisogna
stare attenti a non confondere il prataiolo con altri funghi velenosi
dall'aspetto simile, come l'amanita verna (o primaverile) che è un
fungo mortale e si distingue dal prataiolo soprattutto per la presenza della volva nel gambo.
Appena qualche mese fa la stampa divulgava la notizia di una coppia di coniugi, residenti sull'Altopiano di Asiago, che aveva rischiato di morire dopo aver ingerito funghi altamente tossici: si trattava di "lepiota" di piccole dimensioni, funghi che contengono gli stessi principi tossici dell'amanita phalloides, che i due avevano scambiato per "prataioli".
Bene, bene,... coi funghetti la cosa si sta facendo golosa. Dato l'argomento però sarebbe apprezzato che il Blog desse un servizio in più allo sprovveduto visitatore: segnalare i posti dove si trovano le migliori ceppaie di prataioli, brise, cochi, finferli, chiodini, funghi russi, ecc., magari con le coordinate GPS così la buttiamo anche sul tecnologico.
RispondiEliminaEccerto, come no ? I fungaioli sono i primi a dirti dove trovarli, eheh .. !! La prima volta che (per puro caso) trovai una famigliola di porcini, quasi mi ammazzavano, perchè mi misi a gridare a squarciagola dalla gioia.
RispondiEliminaL'atto di andare a funghi non è una semplice passione ma un rituale quasi sacro, guai a non rispettarne le usanze...il fungaiolo cammina solitario nel bosco poco prima dell'alba, cerca di arrivare prima degli altri al tesoro nascosto che ha sognato nelle poche ore trascorse a letto, si muove di pianta in pianta con fare circospetto ad un'ora in cui solo qualche guardingo capriolo dal passo elegante si aggira tra gli abeti...con molta dedizione ma al contempo prudenza, come in preda alla paura, il fungaiolo si avvicina alla "sua" pianta, guarda sospettoso nelle vicinanze con la speranza di non incrociare sguardi indiscreti, i suoi ultimi passi si fanno pesanti, quasi soffocati...ma nel momento in cui è arrivato al suo "altare" il cuore comincia all'improvviso a battergli all'impazzata e sul suo volto tirato si delinea un cenno di sorriso che stempra la tensione del momento...appoggia in terra con delicatezza il bastone e il cesto in vimini, si china col coltellino ben saldo nella mano ed eccolo, lì davanti a lui, il tesoro tanto agognato: un porcino sano e fresco camuffato da qualche rametto secco e dal muschio!!!
RispondiEliminaGrande il nostro il nostro Nicolò...un poeta.
EliminaAh Gino, son più bravo coi funghi che con le parole..comunque grazie!
Elimina@JANI "beh, qualche indizio, per cominciare, l'abbiamo già dato: bisogna cercare i prataioli ... ehm ehm ... nei prati, lontano dagli alberi!!! (generosi, vero?) ;D"
RispondiElimina@FELI "la scena mi ha fatto spanciare dalle risate (come ti capisco)! ;D"
@NICOLO' "wow, bello, finché leggevo pensavo a mia mamma (chissà perché!... ;D), ma mi sa che tu non sei da meno. Complimenti, glielo farò leggere, certa che apprezzerà moltissimo!! Grazie."
@GINO "non mi si apre il RISPONDI ;-( , ecco perché ho risposto a tutti qui di fila" :D
BUONA GIORNATA!
I funghi sono squisiti e molto apprezzati se mangiati in piccola dose....devono rimanere un momento di festa...tanto più quando si capisce la fatica che si fa a trovarli....Nicolò scrivi ancora sei bravo! Devi far parte dei poeti del blog! Ciao!
RispondiEliminaBe' vi svelo un segreto tanto abitate lontano: la Bassa Padana è ricca di prataioli ma io non mi fido ed inoltre preferisco di gran lunga i finferli!!!salutoni Floriana
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