Val d'Astico : Pedescala/ Conca (Contrà Dosso)/ Forte Corbìn/ Pedescala
Ricordiamo che molti dei sentieri che vedrete furono le principali vie di scampo per donne, bambini, vecchi, in quel tragico aprile 1945, quando i nazisti diedero corso al feroce eccidio di Pedescala.
Questo video è dedicato prima di tutto a tutte quelle vittime innocenti e poi a tutti quelli che si sono salvati utilizzando questi sentieri.
Pedescala 1 maggio: in molti per la tradizionale camminata sullo “Strodo del Rapàro”
In ogni paese, in ogni più piccola contrà, esistevano un tempo sentieri di collegamento, sentieri che venivano percorsi per ogni tipo di necessità, anche più volte nell’arco di una giornata ed erano il solo modo per comunicare, per fare scambi, per lavorare. A Pedescala, come in tutti i paesi del fondo valle, esistono molti sentieri per arrivare nell’Altopiano, più o meno impegnativi, ma che con il loro percorso rendono possibile, ancor oggi, raggiungere le zone montane. Era il 1987, quando alcune ragazzi del paese decisero che il primo di maggio di ogni anno, si sarebbe fatta la camminata sul sentiero del “Raparo” che da Pedescala porta a Tresche Conca. Così è iniziato, ed ha continuato per ogni anno, richiamando sempre più persone, che per fare una camminata si trovano e dividono così una giornata.
Anche quest’anno, puntuali, siamo partiti alle 9,30 da Pedescala in un gruppo di 34 persone anche dei paesi vicini, verso la Val D’Assa, e in prossimità del “Sasso dela Togna”, abbiamo cominciato la salita. Il primo tratto è già ripido, poi si prosegue tra un tappeto di foglie secche e quelle nuove dei mughetti non ancora sbocciati, nel silenzio rotto solo dal canto degli uccelli. Passo dopo passo ci alziamo velocemente fino ad arrivare dopo più circa un’ora di cammino, alla prima sosta : “l’Ara de Berto”. Fa caldo, una temperatura strana per il primo di maggio e si ha bisogno di bere qualcosa, seduti in mezzo al bosco ci gustiamo un po’ di ristoro, fra risate e chiacchiere. Ricominciamo il cammino e in lontananza, in mezzo ai rami degli alberi, che hanno da poco iniziato a “varedare”, si vede il piccolo paese di Pedescala che da poco abbiamo lasciato; uno sguardo veloce, la salita è ancora dura, non ci lascia respiro, si sale senza mai avere un tratto di “riposo”. Il paesaggio è quello del sottobosco, meraviglioso ad ogni passo, in ogni posto dove lo sguardo si posa, tutto è sorpresa… Passiamo sotto al Capitello con il quadro di S. Antonio, appeso tra le rocce dai nostri avi, segno della loro fede e della protezione che chiedevano al Santo in ogni loro percorso.
Capitello del Rapàro
Ora le nostre gambe si muovono più lente, tutto il corpo è in tensione, il sentiero è cambiato, piccole rocce su cui bisogna arrampicarsi, tratti più pericolosi ci fanno prestare attenzione ad ogni passo: fra poco saremo in cima! La seconda sosta ci vede sui prati verdeggianti, ormai siamo quasi arrivati, la grande fatica della salita sembra un ricordo…, ma non è finita…Alle 11,45 arriviamo alla contrà Mosca di Tresche Conca, salendo ci troviamo davanti ad uno spettacolo unico: i verdi prati sono una festa di colore giallo con i loro fiori di “pisacan”, sanno dare un senso di serenità e pace, ci immergiamo in questa sensazione mentre camminiamo verso la “Trattoria-Pizzeria Al Cacciatore” dove abbiamo prenotato il pranzo. Inutile dire che ne abbiamo bisogno, dopo una camminata del genere, si mangia volentieri!! Fra chiacchiere, risate, ricordi e buon cibo, le ore passano veloci…è già ora di scendere a valle, così si riparte. Il sole caldo ci accompagna, mentre la compagnia si divide: un gruppo va verso la “Mulattiera” un altro prende per il “Forte Corbin”, due percorsi diversi ma che portano sempre a Pedescala. La “Mulattiera” è una strada agibile senza grandi difficoltà, scendendo arriva in prossimità del sentiero che sale verso Albaredo, importante via di comunicazione per la gente di Pedescala specialmente in quel terribile 30 aprile 1945, quando alcune persone trovarono rifugio nei paesi dell’Altopiano; poi prosegue fino ad arrivare, fra i massi del torrente, al percorso più facile che è la strada della Val D’Assa. Io mi aggrego al gruppo che scenderà attraverso il “Corbin”, attraversiamo i prati in fiore, il lilla e il bianco disegnano paesaggi d’incanto fra l’erba di un verde vellutato… Arrivati al Forte, prendiamo il sentiero e cominciamo la discesa in mezzo al bosco, il cammino è dolce ma lungo, mentre il sole filtra tra i rami ancora poveri di nuove foglie ma ricchi di nuova linfa vitale…qui si può veramente assaporare il cambio delle stagioni, si può prendere coscienza della meraviglia della vita che, nonostante tutto, ancora si rinnova e si offre ai nostri occhi. Ci fermiamo per una breve sosta ai “Piani”, aspettando chi è rimasto indietro, si parla della giornata che sta volgendo alla fine. Distese di mughetti non ancora fioriti, fanno da cornice al nostro passaggio, mentre camminando intravediamo il paese: ancora poco e saremo arrivati, il gruppo della “Mulattiera” è arrivato prima, mentre per noi, che abbiamo scelto il percorso più lungo, ci sono volute quasi tre ore, ora riusciamo a vedere bene il paese, siamo sopra al “Mulin”, praticamente arrivati!! La giornata è stata all’insegna del sole, faticosa ma colma di “regali”, la compagnia ottima, insomma una splendida giornata! Ora ripenso al percorso di stamattina, a volte credevo di non farcela…, ho pensato a tanti anni fa…e ho rivisto uomini e donne con le loro lunghe gonne arrampicarsi fra le rocce, non certo come noi ora, per passare una domenica diversa… Si ricorda che negli anni ’40, un certo Livio dalla contrà “Sculasson” di Tresche Conca, scendeva attraverso il “raparo” per portare il grano a macinare a Settecà, si riposava la notte nella stalla della “Lussia”, poi risaliva con lo stesso carico macinato e, cosa da non scordare, aveva una sola gamba, l’altra se la costruiva da sé con il “nasso” e riusciva comunque a percorrere quel sentiero, diretto e rapido ma molto duro… Altri ricordano che quando si costruì il Forte Corbin, alcune donne di Pedescala portavano il minestrone con il “bigòlo” agli uomini che lavoravano alla costruzione salendo per il “strodo del Corbin”... Poi, ricordi più recenti, mi racconta Rosina che si era sposata con Gianni da “Sculasson” nel 1956 e che per venire a trovare la mamma che era a Pedescala, scendeva attraverso il “Raparo” ogni sabato, anche quando era avanti con i mesi di gravidanza; in fondo alla Valdassa la aspettava la sorella così da farle compagnia durante l’ultimo tratto. Cose che a noi oggi sembrano impossibili, eppure un tempo la vita era così, quelli che per noi ora sono solo sentieri, per le persone di una volta erano collegamenti importanti per vivere. In nome di tutti quelli che per vari motivi hanno percorso tutti i sentieri, cerchiamo di tenere viva con forza la tradizione di queste camminate, ringraziando coloro che le organizzano, tutti quelli che vi partecipano e ci diamo appuntamento alla prossima volta con la speranza di trovarci sempre numerosi.
Veramente fatto bene! Non hai visto un piccolo capitello di S. Antonio sulla roccia quasi in cima...ma penso che con quel tempo sei stato bravo ad avventurarti in un sentiero simile. Grazie del ricordo in questo giorno particolare per Pedescala, Lucia
Ciao Lucia Sinceramente l'ultimo tratto è stato cosi duro che probabilmente non me ne sono neanche accorto, mi sai dire per ricordare cosa è stato eretto questo capitello?
Video bellissimo sia sotto l'aspetto paesagistico che per il significato storico. Bravissimo come sempre Gino! La velocità dei commenti nel video è perfetta. Ciao Clara
Veramente fatto bene! Non hai visto un piccolo capitello di S. Antonio sulla roccia quasi in cima...ma penso che con quel tempo sei stato bravo ad avventurarti in un sentiero simile. Grazie del ricordo in questo giorno particolare per Pedescala, Lucia
RispondiEliminaCiao Lucia
RispondiEliminaSinceramente l'ultimo tratto è stato cosi duro che probabilmente non me ne sono neanche accorto, mi sai dire per ricordare cosa è stato eretto questo capitello?
Ciao Jino
Video bellissimo sia sotto l'aspetto paesagistico che per il significato storico.
RispondiEliminaBravissimo come sempre Gino!
La velocità dei commenti nel video è perfetta.
Ciao Clara
Ciao Clara
RispondiEliminaSpero il viaggio di ritorno alla città sia andato bene.
A presto Gino
Tutto bene, grazie.
EliminaUn saluto a te e alla Milia.
Ciao Clara