Alla festa del Ritorno dal Bosco non sono mancati i momenti curiosi.
Tra panini onti, birra e allegria, c’è stato anche un episodio che mi ha fatto
riflettere parecchio: la fascia tricolore messa all’asino da parte delle
autorità presenti.
Ora, ci sta l’ironia, ci sta il folklore, ci sta
il voler dare un tocco simpatico alla manifestazione.
Ma personalmente credo che la fascia tricolore sia un simbolo che andrebbe
usato con un po’ più di attenzione e rispetto, perché rappresenta la
Repubblica e la comunità italiana intera.
Capisco l’intento goliardico, ma ammetto che mi
ha lasciato perplesso.
Forse — dico forse — c’è un limite tra la leggerezza e la perdita di
significato dei simboli istituzionali.
Il rischio, in casi così, è che si dia l’idea che
tutto sia un gioco, anche ciò che dovrebbe avere un certo valore.
E non lo dico per moralismo, ma per convinzione: i gesti pubblici,
soprattutto se fatti da chi rappresenta la comunità, hanno sempre un peso.
In fondo, più che criticare o fare polemica, il
mio pensiero è semplice:
sarebbe bello che accanto alle feste e al folklore ci fosse anche un po’ di
riflessione sul senso delle cose, su quello che vogliamo rappresentare come
paese e come comunità.
Perché, come diceva qualcuno, “non è il
simbolo che dà valore a chi lo porta, ma il rispetto con cui lo si indossa.”
gino

