31 gennaio 2014

Gli occhi della Grande Guerra: i Forti


Buon giorno a tutti,

oggi ce ne andiamo in Trentino, non molto lontano però dal nostro paese, la nostra meta è infatti Lavarone e il suo forte: forte Belvedere il cui motto era: “ per Trento basto io”a significare che da solo era in grado di difendere la città dagli attacchi italiani, infatti il forte era austriaco.
Tutte le notizie che leggeremo oggi, sono tratte dalla seguente pagina web: www.fortebelvedere.org/it/intro/forte-belvedere  quindi … buona lettura.
Schneider Werk Gschwent di Lavarone, oggi meglio noto come Forte Belvedere, fu progettato dal tenente del Genio ing.Rudolf e realizzato tra il 1908 e il 1912 poco lontano dall’abitato di Oseli, su uno sperone di roccia calcarea (a quota 1177m) che sporge a strapiombo sulla Val d’Astico, vallata che all’epoca sanciva il confine di stato fra Regno d’Italia e Austria-Ungheria. La fortezza è composta da vari blocchi scavati nella montagna: la casamatta principale – che ospitava alloggiamenti, magazzini, servizi logistici – il blocco batterie in posizione avanzata, un’opera di controscarpa nel fossato e tre avamposti corazzati. Per resistere ai più pesanti bombardamenti fu dotato di una copertura di oltre due metri e mezzo di calcestruzzo nel quale fu inserito un triplo strato di putrelle d’acciaio da 400 mm. Concepito, come le altre fortezze degli Altipiani, per resistere in assoluta autonomia a bombardamenti che potevano durare per giorni e giorni, disponeva di ampi depositi, di un acquedotto munito di potabilizzatore, una centrale elettrica interna, un posto soccorso per gli eventuali feriti, una centrale telefonica e una stanza di telegrafia ottica per poter comunicare con l’esterno.
Al comando del capitano Anton Perschitz, la guarnigione era composta da centosessanta Landsschutzen ( 1° reggimento) supportati da sessanta territoriali. L’armamento era invece costituito da tre obici da 10 cm, prodotti dalla Skoda Werke di Pilsen in Boemia, in cupola corazzata e da ventidue postazioni di mitragliatrice. Nel corso del primo anno di guerra subì pesanti bombardamenti ed ebbe numerose perdite ma, non fu investito dalla furia di ferro e fuoco che nel settore di Passo Vezzena e Luserna mise a durissima prova Forte Cima Vezzena, Forte Busa Verle e Forte Lusern, e, anche grazie alla sua posizione dominante sulla Val d’Astico, non ricevette mai un assalto diretto da parte delle fanterie italiane. Nel primo dopoguerra il forte passò nelle mani del Demanio che lo subaffittò per un lungo periodo al Comune di Lavarone. Diversamente dalle altre fortezze degli Altipiani, per decreto regio di Vittorio Emanuele III, Forte Belvedere si salvò alla demolizione ordinata dal governo fascista in tempo di autarchia.
Nonostante ciò nel novembre 1940 iniziò un parziale smantellamento dell’opera. In particolare furono asportate le cupole corazzate, fu prelevato il primo strato di putrelle dalle coperture e fu asportato il rivestimento metallico del tetto. Dopo la seconda guerra mondiale il forte passò di proprietà alla Regione Trentino Alto Adige e dal 1966 ad un privato che con lungimiranza lo ripristinò parzialmente trasformandolo in un museo.
Nel 1996 fu acquistato dal Comune di Lavarone (con il determinate contributo della Provincia Autonome di Trento) che operò un profondo restauro conservativo, il ripristino della copertura originale in zinco, la sistemazione dei solai e un completo risanamento del sito. Si provvide inoltre all’allestimento di un moderno e aggiornato museo storico (testi in italiano, tedesco, inglese) con fini divulgativi e didattici, dedicato non soltanto a Forte Belvedere e alle fortezze degli Altipiani, ma anche alle più ampie problematiche locali e internazionali della prima guerra mondiale. Oggi, inoltre, grazie all’interessamento della Provincia Autonoma di Trento e alla realizzazione dello Studio Azzurro di Milano, Forte Belvedere rivive il dramma della guerra tramite l’allestimento di una serie di installazioni multimediali interattive che rievocano scene di vita quotidiana all’interno della struttura durante il conflitto; un’esperienza emotiva che vuole far riflettere sull’orrore di una delle guerre più sconvolgenti di sempre e un monito di pace per le nuove generazioni.
Con il prossimo post visiteremo l’ultimo forte del nostro viaggio: Forte Verena.

Continuate a seguirmi !
Romina

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