23 giugno 2012

Estate 2000: "I Nostri Europei"


Come dimenticare quei giorni? Sono passati dodici anni ma ognuno di noi ricorda perfettamente dove e con chi si trovava in quei magici momenti, quando anche la Val D'Astico, merito del portierone para-rigori Francesco Toldo, balzò agli onori della cronaca.
Era l'estate degli Europei di calcio, come quest'anno e, a rileggere la stampa locale di quei giorni, un inizio di stagione altrettanto calda.
Valerio, zio di Francesco, mi ha gentilmente prestato gli articoli che all'epoca uscirono sul Giornale di Vicenza: rileggendoli, si rivivono gli stati d'animo di esultanza per essere arrivati in finale grazie a Toldo.
Come andò a finire? Lo sappiamo tutti. L'Italia, ahinoi, venne poi battuta dalla Francia e la delusione fu cocente. Ma, a distanza di anni, restano più vivi i ricordi della vittoria della mitica semifinale, ottenuta grazie al portiere, che fece parlare tutti di un nostro compaesano ... e anche un po' di noi!


                                                                   30.06.2000
"Jona, come tutti gli italiani, è a dir poco felice. Nel suo bar di S. Pietro Valdastico ha vissuto con intensità straordinaria emozioni che hanno contraddistinto un indimenticabile tardo pomeriggio di calcio azzurro. Ma Jona, al secolo Walter Pretto, ha un motivo in più per essere felice. Se i vicentini, come tutti gli italiani, hanno potuto invadere le strade ostentando con gioia e orgoglio il tricolore, il merito è di un compaesano che è stato capace di ipnotizzare i cecchini olandesi. Già, perché Francesco Toldo, diventato ormai il più famoso pararigori d'Italia, ha origini vicentine. Il portiere è nato a Padova ma papà Renzo, come testimonia il cognome, diffusissimo nella vallata, è originario proprio di Valdastico. E a S. Pietro, visto che di gioia si parla, erano pure in corso i festeggiamenti per il Santo patrono.
"Roba semplice" - racconta Jona - "come piace a noi. Bruschette, vino, un'orchestrina. E poi i fuochi d'artificio. Per festeggiare in anticipo la vittoria agli Europei". Bum ... Vabbè che l'impresa è storica e porta la firma di un illustre e amato compaesano, ma di mezzo ci sarebbe ancora la finale con la Francia. Dettaglio non trascurabile ... "Ma dai, che già ai mondiali i francesi hanno avuto la loro soddisfazione. Ora tocca a noi. E dirò un'altra cosa. Se quella volta tra i pali ci fosse stato Toldo l'esito sarebbe stato diverso". Chissà, forse in queste parole c'è un legittimo orgoglio di campanile. Resta però il fatto che ai mondiali l'Italia uscì ai rigori.  E questa volta, dal dischetto, le cose sono andate diversamente. "Quando ho saputo - dice ancora Jona - che Zoff aveva convocato Toldo e Buffon ho sperato che succedesse qualcosa che consentisse a Francesco di giocare. Per carità, mai augurato il male a nessuno, ci mancherebbe. Semplicemente speravo che il posto di titolare toccasse a Toldo".
E così è stato. Toldo (che è in Olanda assieme a un altro vicentino, Paolo Negro di Chiampo), ha stregato i rigoristi olandesi e l'Italia è approdata alla finale. Indescrivibili, quindi, le scene d'entusiasmo dei tifosi. A Valdastico, naturalmente, ma anche nel resto del Vicentino. Il centro di Vicenza è stato invaso da gente festante. Clacson che strombazzavano, bandiere al vento. Anche qualche bagno, che con il caldo non guasta mai. A San Pietro Valdastico, intanto, la sagra continua. Per il patrono, certo, ma anche per il figlio più amato. Un ragazzo semplice, che in paese ha parecchi parenti e che si contraddistingue per i suoi atteggiamenti da antidivo. Toldo, a suo tempo, frequentava l'istituto alberghiero. Il corso di studi prevedeva delle prove pratiche e una sera, all'Hotel Sheraton di Padova, gli capitò di servire a tavola proprio Dino Zoff. Che ora, convocandolo e affidandogli la maglia di titolare, ha probabilmente fatto uno dei migliori affari della sua vita. Per scaramanzia, adesso, è meglio evitare battute sui camerieri che servono galletti allo spiedo. Ma Francia-Italia è così vicina ...
                                                                                             
 Giancarlo Tamiozzo


                                                                                           01.07.2000
"San Pietro Valdastico, un paesino di 850 anime, l'altra sera era in festa. Con tanto di campane e fuochi d'artificio. Solo una coincidenza che ci fosse la festa del patrono.
Giovedì sera la vera sagra è iniziata dopo che Francesco Toldo, portiere della nazionale di calcio, ha parato il terzo rigore dell'Olanda, regalando così la qualificazione all'Italia di Zoff alla finale di domani contro la Francia. Un regalo speciale per San Pietro Valdastico. Perché? Perché in quel paesino - un'unica strada stretta e tortuosa dove si affacciano casette, negozi e bar - tutti, dal sindaco, insegnanti, barista, presidente della pro Loco e operai, hanno adottato il nuovo eroe azzurro, Francesco Toldo.
Una casualità che il cognome Toldo sia diffusissimo in paese? No, il papà del calciatore, Renzo, è nato e cresciuto qui, insieme ai suoi nove fratelli. Che importa, allora, che Francesco sia nato a Padova? "Lui ha passato molte estati a San Pietro - raccontano alcuni abitanti -. Qui ha cominciato a tirare calci al pallone. Lo conosciamo tutti. E' uno di noi: semplice e tranquillo. Generoso. Abbiamo fatto il tifo per lui, come l'abbiamo fatto per la sorella, Giuliana, quando era a Salsomaggiore, qualche anno fa, per l'elezione di Miss Italia. Alta. Come il fratello. Potente. Come il fratello. Anche lei sportiva, gioca in una formazione di A1".
Ai due fratelli è stata dedicata, lo scorso anno, anche una parete della casa di famiglia Toldo.  / ...


... / Ma lo zio Valerio, che abita qui, ha occhi solo per Francesco. "Ho seguito la partita contro l'Olanda da casa di mio fratello, a Padova. Che emozione, avevo paura che Francesco perdesse la concentrazione tra un tempo e l'altro. Quando l'ho visto parare il primo rigore e alzare la mano verso la tribuna ho capito che stava dedicando la sua azione alla sua futura moglie, Manuela Pozza, anche lei padovana, guarda caso, di origini vicentine".
La tensione era altissima anche a San Pietro Valdastico nel locale di Jona, al secolo Walter Pretto. Al bar Sport c'erano quasi tutti, inchiodati davanti alla televisione. Armati di bandiere. E lì, proprio vicino al video, la maglia autografata da Toldo.
La mamma di Jona, Serafina, si alza e se ne va poco prima della fine della gara: "Troppa ansia. Quasi non respiravo. Sono uscita in strada e ho sentito le grida di gioia. Ho capito che Francesco aveva parato". Ed è storia. Si esulta. Campane che suonano. Fuochi d'artificio fino a sera, come racconta il sindaco, Giorgio Slaviero. Dalla casa di San Pietro assisteva alla partita anche la zia Lucia: "E' stato bravissimo. A dire il vero non ci capisco molto di calcio.  All'inizio credevo che Francesco li segnasse i gol, altro che pararli".
Da Bolzano è arrivato nella casa di via Cerati anche zio Guido. Ieri volevano parlare con lui i cronisti della sua città per un commento sul nipote, l'eroe della formazione di Zoff: "Che volete che dica? Abbiamo sofferto con lui. E' un ragazzo generosissimo e molto attaccato alla famiglia. E' fortunato, poi. Ma se lo merita".
Per Jona è anche questione di coincidenza: "Era o no la festa del patrono del paese? Francesco qui "ha fatto le mani forti", stanando i marsoni. Per questo il patrono gli ha concesso intuito e potenza per bloccare quei rigori. Ho un unico rammarico. Che non abbia giocato nella formazione locale che proprio quest'anno è stata promossa. Chissà che alla festa del 19 agosto del gruppo sportivo non arrivi anche Francesco a festeggiare. Noi lo inviteremo".
Ma, intanto, c'è da pensare alla partita di domani, la finalissima. "Di soldi per fare il maxi-schermo in piazza non ce n'è - dice il sindaco - Ma si farà di tutto per festeggiare ugualmente".
Zio Valerio, invece, non nasconde la voglia di raggiungere il nipote per la partita. "Stasera (ieri, ndr) devo chiamarlo. Tra fratelli si stava pensando di muovere tutta la famiglia e tutti gli zii, per partecipare alla grande partita. Non so se ci sarà posto. Speriamo. Se non sarà possibile, vorrà dire che festeggeremo tutti insieme, e doppiamente, il 9 luglio. Il giorno del suo matrimonio".
                                                                                      
Cristina Giacomuzzo    




Fonte: Sportweek - La Gazzetta dello Sport




                                                                

7 commenti:

  1. Che bello rileggere questi articoli! Avevo 9 anni ma mi ricordo quei momenti come se fosse ieri.. Complimenti alla mia zia-giornalista!
    Ilaria

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    1. Hai proprio ragione! C'era un clima di esaltazione a Valdastico ma anche a Bolzano: ho riletto l'intervista fatta al papà e uscita sull'Aldo Adige in quei giorni, con la foto del tuo fratellino che aveva appena un anno. E voi che vi preparavate per il matrimonio del portiere!...

      Bei momenti, ringraziamo per averli vissuti.

      Un abbraccio.

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  2. son passati tanti anni, ma l'emozione rimane la stessa! da brividi rileggere quegli articoli!! :-)

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    1. Sì, mi ha colpito, rileggendo gli articoli, come fossimo tutti già certi che avremmo vinto la finale! Non riuscivamo nemmeno a contemplare l'eventualità opposta, e questo perché i vincitori "morali" di quegli Europei eravamo e RESTIAMO NOI!!! ;D

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  3. Grande Paola
    L'idea che ti è venuta di pubblicare questo servizio è veramente bella nella speranza che sia di buon auspicio.

    Speriamo che la legga anche il Portierone...

    Un abbraccio Ji

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    1. Se si rivelerà di buon auspicio lo ripubblicheremo anche agli Europei 2016, 2020, 2024, ... ;D
      FORZA AZZURRI!!!

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    2. Bravissima Paola! Che emozione rileggere gli articoli che hai pubblicato! Ho proprio rivissuto quei momenti indimenticabili, in cui si respirava un'allegria e una gioia contagiosa tra noi compaeani.
      Complimenti a tutti i collaboratori del blog, SIETE FORTI!!!
      Anto

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